Il Libro di Mormon è degno di nota nel periodo di Natale: è una seconda testimonianza di Gesù Cristo. Inizia dichiarando, sul suo frontespizio, che esso è destinato “a convincere gli Ebrei e i Gentili che Gesù è il Cristo, il Dio eterno, che si manifesta a tutte le nazioni”. Il magnifico capitolo 36 di Alma è letteralmente centrato su Cristo.

L’evento più importante, di cui si legge nel libro, è la comparsa del Cristo risorto in America: un evento che sarebbe stato impossibile, a meno che Cristo non fosse stato davvero un essere divino e risorto.

Si conclude con un invito a “venire a Cristo e siate perfetti in Lui” (Moroni 10:32) e con la testimonianza che “non vi è altro modo né mezzo per cui l’uomo possa essere salvato, se non tramite il sangue espiatorio di Gesù Cristo” (Helaman 5:9).

Inoltre, esso è una seconda testimonianza della verità essenziale dei Vangeli del Nuovo Testamento.

Gli autori del Libro di Mormon sapevano in anticipo che Gesù sarebbe venuto sulla terra e avrebbe avuto un corpo fisico e conoscevano il tempo approssimativo della Sua venuta. Diversi tra loro Lo videro prima del Suo avvento mortale.

Sapevano il Suo nome e il titolo: “Gesù Cristo”. Sapevano il nome di Sua madre e che ella sarebbe stata una vergine. Conoscevano il luogo della Sua nascita.

Essi avevano previsto il Suo battesimo, la Sua posizione e altri dettagli specifici del ministero di Giovanni il Battista. Sapevano che avrebbe chiamato 12 apostoli per assisterLo nel Suo ministero. Re Beniamino profetizzò dei Suoi tanti miracoli.

Il Libro di Mormon conferma l’autenticità di molti dei racconti attribuiti a Gesù nei Vangeli e nel discorso della montagna.

I suoi profeti si aspettavano la Sua sofferenza nel giardino del Getsemani e la Sua morte tramite la crocifissione, sapendo anche dei tre giorni di buio che sarebbero seguiti.

Avevano capito i sacrifici della legge di Mosè, come prefigurazione della Sua morte. Avevano previsto la Sua risurrezione (per i riferimenti scritturali, vedere “Gesù Cristo: Ministero di Gesù Cristo” presso eom.byu.edu).

Ma il Libro di Mormon è vero? Cito due testimonianze:

Il fratello minore di Joseph Smith, William, ha ricordato, nel 1875, 30 anni dopo essersi allontanato dalla Chiesa:

“Non c’è stato un singolo membro della famiglia, in età sufficiente a conoscere il bene e il male, che non avesse una fiducia implicita nelle dichiarazioni fatte da mio fratello Joseph, per quanto riguarda la sua visione e la conoscenza che ottenne, in tal modo, sulle lastre d’oro.

Nostro padre e nostra madre gli hanno creduto; perché non avrebbero dovuto farlo i figli? Suppongo che se avesse raccontato storie strane, su altre cose, avremmo potuto dubitare della sua parola sulle lastre d’oro, ma Joseph era un ragazzo sincero.

Papà e mamma credevano nel suo racconto e hanno subìto delle persecuzioni per questa convinzione: ciò dimostra che egli era sincero” (“La prima visione di Joseph Smith”, di Milton V. Backman Jr., Salt Lake City, 1980).

Nel Dicembre del 1839, mentre scriveva delle sue sofferenze nel famigerato carcere di Liberty, in Missouri, Hyrum Smith, fratello maggiore di Joseph ed uno degli altri otto testimoni del Libro di Mormon, testimoniò di essere “stato abusato e spinto in una segreta e confinato per mesi, a causa della mia fede e della testimonianza di Gesù Cristo.

Tuttavia, ringrazio Dio di avere questa determinazione a morire, piuttosto che a negare le cose che i miei occhi hanno visto, che le mie mani hanno toccato e delle quali ho portato testimonianza; e vi posso assicurare, miei amati fratelli, che sono stato in grado di sostenere una forte testimonianza, anche davanti alla morte, come sempre ho fatto nella mia vita” (vedi “Storie dei primi Santi”di Susan Easton Black, Salt Lake City, 1992).

Quattro anni e mezzo dopo, Hyrum Smith sigillò la sua testimonianza con il suo sangue. La parola greca “martire” significa “testimone”.

Nei tempi moderni, abbiamo un’abbondante documentazione storica, il Signore ci ha dato un libro che “contiene la storia di un popolo decaduto e la pienezza del Vangelo di Gesù Cristo ai Gentili ed anche ai Giudei; che fu dato per ispirazione, ed è confermato ad altri mediante il ministero degli angeli ed è da essi proclamato al mondo, dando prova al mondo che le sacre scritture sono vere” (Dottrina e Alleanze 20:8-12).

Questi sono i lieti annunci di Natale.

Questo articolo è stato scritto da Brian Nicholson e pubblicato sul sito deseretnews.com. Questo articolo è stato tradotto da Cinzia Galasso.