Come possiamo entrare in contatto con Gesù ed avere con lui un rapporto con Dio? Non sono molto sicura a riguardo.

Quando Gesù ha lasciato questa terra, ha detto: “pregate al padre nel mio nome e lo Spirito Santo sussurrerà a voi le parole della vita eterna”; perciò io mi sono sempre sentita come se non stessi pregando Gesù.

Quindi, qual è il modo corretto? Come possiamo avere un rapporto personale con lui? Ho fatto questa domanda durante la scuola domenicale ma non ho ricevuto alcuna risposta.

Rapporto con Dio

Grazie mille per aver fatto la domanda che, a mio parere, ognuno di noi dovrebbe porsi ogni giorno. Ti sei mai chiesta che cosa significhi avere una “relazione personale con il Salvatore”?

Come dovrebbe essere? È veramente quello che pensiamo che sia? Cominciamo dall’inizio e vediamo di scoprirlo.

Nelle sue “lezioni sulla fede”, Joseph Smith chi ha detto che il primo principio del Vangelo è quello di conoscere la persona di Dio, e di sapere che possiamo avere conversazioni con lui come un uomo può averne con un altro.

Per poter acquisire la fede necessaria a raggiungere la salvezza, una persona ha bisogno di avere la corretta idea del personaggio di Dio, della sua perfezione e dei suoi attributi.

In realtà, un’adorazione vera e che porti alla salvezza la si trova solo tra coloro che comprendono la verità riguardo Dio ed alla divinità e quelli che capiscono la vera relazione che un uomo dovrebbe avere con ognuno dei membri dell’Eterna Presidenza. (McConkie, la nostra relazione con il Signore)

Ricorda che noi adoriamo tutti e tre i membri della divinità in qualità di unità.

Perciò non dobbiamo sviluppare il nostro rapporto personale solo con Gesù, perché se puntiamo ad un solo membro della Divinità, escludendo gli altri, allora inizieremo a provare un’instabilità spirituale.

Dovremmo piuttosto adorarli tutti e tre come fossero uno; Essi sono la Divinità; hanno lo stesso scopo, lo stesso potere, lo stesso amore e gli stessi attributi. Sono in completa unione nel puntare al proprio obiettivo di portare immortalità e vita eterna all’uomo.

Nel momento in cui noi capiamo questo, diventa chiaro che quando adoriamo il Padre stiamo adorando anche il Figlio e lo Spirito Santo.

Nonostante ciò ci viene comandato di pregare soltanto al Padre, nel nome di Cristo, e di completare queste preghiere tramite il potere dello Spirito Santo. Perciò tutti e tre sono inclusi nella nostra adorazione. Correggiamo allora la domanda in:

Come posso capire il Signore così da averne più che un mero concetto o sentimento, ma per poter avere con Esso una comunicazione vera e significativa?

La risposta non è una singola azione o un certo numero di azioni, ma un ciclo continuo e ripetuto durante tutta la vita nel cercare di avere una migliore comprensione degli attributi del Signore, nel cercare di imitarli e nella ricerca del suo Spirito.

Anziano James E. Faust, nella conferenza generale dell’ottobre 1976, ha dato alcuni suggerimenti molto utili per attraversare questo processo.

Primo: comunicare giornalmente con Lui attraverso la preghiera

Il dizionario della Bibbia descrive la preghiera come “l’azione tramite la quale il volere del Padre e quello dei figli, comunicano l’uno con l’altro.”

Nel riconoscere che Lui è il nostro Padre e che noi siamo i suoi figli diventa più semplice sentire la sua vicinanza, la sua conoscenza, la sua comprensione, il suo amore e la sua compassione per ognuno di noi.

Pregare davvero “nel nome di Cristo”, significa che il nostro volere è il volere di Cristo, che la nostra mente è la mente di Cristo e che nostri desideri sono i desideri di Cristo.

E quando le sue parole risiedono in noi, noi pronunciamo le nostre preghiere attraverso il potere dello Spirito Santo; ed è così che la nostra preghiera diventa una vera conversazione.

Secondo: servirsi gratuitamente l’un l’altro

Non è un segreto che la vita di Cristo fosse spesa interamente al servizio degli altri; noi dobbiamo fare lo stesso. “… Ebbi fame, e mi deste da mangiare; Ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere, e m’accoglieste; fui infermo, e mi visitaste; fui ignudo, e mi rivestiste; fui in prigione, e veniste a trovarmi” (Matteo 25:35-36).

Terzo: impegnarsi ogni giorno per poter migliorare la nostra obbedienza e per perfezionare le nostre vite

Il signore ha insegnato: “Che sorta di uomini dovreste essere? In verità, io vi dico: così come sono io” (3 Nefi 27:27).

Così come il Salvatore è perfettamente obbediente al Padre,dovrebbe essere ovvio che per poter avere una un rapporto con il Signore dobbiamo cercare di essere obbedienti ai Suoi comandamenti.

Come possiamo essere come Lui se non ci impegniamo ad essere perfettamente obbedienti come lo era Lui? 

Quarto: riconoscimento quotidiano della sua divinità

Il modo per poter riconoscere la mano di Dio nella nostra vita ed il suo potere su di noi, viene definito nel Vangelo come umiltà.

L’umiltà è richiesta per riconoscere la natura divina del nostro salvatore e della sua missione su questa terra.

Man mano che accresciamo una testimonianza sulla sua vita e sulla nostra bassezza di fronte a lui, riconosciamo il nostro posto e sviluppiamo un rapporto col Signore.

Quinto: studio quotidiano delle scritture

Presidente Kimball ha detto: “ho notato che quando divento un po’ più informale nel mio rapporto con la divinità e quando sembra che l’orecchio divino non stia ascoltando e che la voce divina non stia parlando, se mi immergo nelle scritture la distanza si accorcia e la spiritualità ritorna” (quello che spero che insegnate ai miei nipoti).

Nel momento in cui entriamo nel sentiero del discepolato, non siamo ancora in grado di compiere perfettamente questi passi; questi sono passi che ripetiamo continuamente nelle nostre vite, nel fare pratica e nel perfezionarli speriamo di essere in grado di compierli così come fece Cristo.

Ci impegniamo a riconoscere che siamo davvero i figli del nostro Padre; ci impegniamo a pregare con la volontà e la mente di Cristo; ci impegniamo a completare le nostre preghiere attraverso il potere dello Spirito Santo; ci impegniamo a servire come Cristo ha servito e ad obbedire come Cristo ha obbedito; ci impegniamo ad essere umili così come lo era Cristo; ci impegniamo a ricevere un illuminazione reale, una vera ispirazione ed una reale intelligenza attraverso uno studio quotidiano e significativo delle scritture.

Nel fare queste cose ci sentiamo più vicini al padre; sappiamo che Gesù pregherebbe per gli altri e come lo farebbe; nel parlare sentiamo il potere che viene solo attraverso l’ispirazione dello Spirito Santo; avere un rapporto personale con il Signore significa proprio questo.

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