In questa storia avremo l’evidenza di come Cristo faccia miracoli secondo la fede degli uomini. Moroni 7:37 “È per la fede che i miracoli avvengono”. Ether 12:29 “O Signore la tua giustizia sarà fatta, perché io so che tu operi fra i figli degli uomini secondo la loro fede. Moroni 7:26
Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, se e’ buona, credendo con fede che la riceverete, ecco, vi sarà accordata.
Se voi sapreste che tipo di sacrificio richiederebbe a questa suora di accettare il messaggio evangelico, avreste il coraggio di insistere nell’insegnarle se voi foste i missionari?
Possiamo avere fede, ma delle volte ci vuole il coraggio di usarla e compiere il miracolo di una conversione. Questa amorevole sorella e’ un esempio classico non solo di una grande fede ma anche di un immenso coraggio!

I primi anni

Sono nata in Italia e cresciuta in una fattoria. Tutti i miei familiari erano dei buoni cattolici. Quando raggiunsi i 17 anni decisi di prendere i voti di suora, perché desideravo servire Dio e l’umanità.

Nella chiesa Cattolica si crede che non si possa servire Iddio, pienamente,  se tu hai una propria famiglia o qualcuno da accudire. Mio padre mori’ nel 1940 ed i miei fratelli più anziani andarono alla guerra.

Cosi’ rimasi a casa con mia madre per aiutarla nella fattoria. Quando la guerra termino’ i miei fratelli tornarono a casa e cosi’ io presi la via del convento.

Fui preparata per essere un insegnante. Quando presi il mio diploma, mi fu chiesto di andare a lavorare nell’ufficio del Vaticano. Ho lavorato 12 anni in Vaticano con 3 Papi: Papa Pio xii, Papa Giovanni xxiii e Papa Paolo vi.

Incontrai tantissime persone da ogni parte del mondo come arrivavano a Roma per visitare il Vaticano. Fra le quali molti vescovi cattolici, ed alcuni anche dagli Stati Uniti.

Un vescovo particolare della Nord Carolina mi disse che gli sarebbe piaciuto avere qualche suora italiana   per fare il lavoro missionario per la chiesa Cattolica nel suo paese. Cosi’ ho pensato: Ho bisogno di un cambiamento: andrò in missione e ne chiesi il permesso.

Poco dopo, io ed altre mie 2 sorelle dello stesso convento andranno nel Nord Carolina, dove rimanemmo per 5 anni. Lavorammo nei ghetti che a quel tempo creavano problemi per certi diritti civili.

Dopo quel periodo il nostro superiore ci chiese di tornare indietro in Italia, ma nel frattempo avevo preso ad usare i costumi americani, imparato un po’ l’inglese, insomma ad amare l’America.

Ero dispiaciuta perché mi sarebbe piaciuto restare la’. Comunque quando presi i voti di suora, tra questi c’erano i voti di povertà, obbedienza e castità, così dovetti ubbidire e tornare a Milano come insegnante.

I Missionari Mormoni

Una sera a Milano stavo andando ad una classe di inglese con un bus. Per caso sedetti vicino a 2 giovani uomini. Erano presentabili e sembravano ben educati, per questo motivo mi misi vicino a loro, mi davano sicurezza.

 Cominciai a leggere la mia grammatica inglese. Dopo un po’ uno di loro mi chiese il perché stessi studiando l’inglese. Lui parlava un buon italiano, ma comunque il suo italiano era come il mio inglese (non perfetto).

Gli chiesi di dove fosse> “Sono di Boise, Idaho Stati Uniti. Avevo un grande amore per l’est americano, ma non sapevo niente riguardo l’Ovest. Cominciammo a parlare dell’America.

Pensavo che fossero studenti, cosi’ chiesi che cosa studiassero all’università. Loro mi risposero:”No siamo missionari”> Per quale chiesa lavorate? Fu la mia seconda domanda. “Siamo mormoni!” risposero.

Non sapevo niente al riguardo dei Mormoni. Ricordavo che una volta quando ero nel Nord Carolina, una delle nostre sorelle che era con noi, si era trasferita da Phoenix, Arizona.

Ora noi eravamo sempre a lavorare nei pomeriggi, andando porta a porta per avere un censimento dei cattolici ed anche per sapere quanti non cattolici sarebbero stati interessati di saperne qualcosa di più riguardo la nostra chiesa. Scoprimmo che quasi tutte le persone la erano Battisti.

Questa sorella venuta dall’Arizona aveva fatto lo stesso lavoro a Phoenix. Lei diceva che aveva parlato con un sacco di persone che erano Testimoni di Geova, ma che non erano troppo bravi.

Anche aveva incontrato molti mormoni e lei esclamo’:”Loro sono brave persone!”. Dato che non sapevo niente di loro, consultai il dizionario.

Il dizionario diceva che i Mormoni praticavano la Poligamia. Pensai, Miseria, lei ha detto che sono brave persone e praticano la poligamia? Lasciamo perdere pensai.

Così per un pò tutto fu dimenticato. Ma quando incontrai questi 2 giovani sul bus e loro sembravano cosi’ ben educati e bravi, mi meraviglia dicome potesse essere.

Nella mia mente stavo pensando:” Brave persone che praticano la poligamia?” Cosi’ chiesi loro: In che cosa credete? “Crediamo nel Libro di Mormon” fu la risposta. Non avevo mai sentito parlare di questo libro,. “Lo vendono in qualche negozio?” Chiesi.

“No non lo vendono nei negozi” risposero ” Ma noi lo doniamo” Ero vicina al posto dove dovevo scendere per prendere la mia classe, cosi’ dissi:” Se ne avete uno, portatemelo. Vi do il mio indirizzo, e se avete tempo portatemi il libro di Mormon, mi piacerebbe leggerlo.”

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Circa 2 settimane dopo, dopo le vacanze, gli anziani portarono il libro di Mormon al convento. Una delle sorelle con cui vivevo, rispose alla porta, ma lei non li avrebbe fatti entrare ed anche non poteva comprenderli. così venne da me e mi disse:

Ci sono alcune persone che parlano Francese e che hanno un libro per te.” Presi il libro e dissi loro:”Leggerò questo libro e se vi trovo qualcosa di sbagliato secondo le mie idee religiose, vi chiamerò e vedrò come me lo spiegherete.”

Loro furono d’accordo. Così quando ebbi finito la mia scuola ed ebbi del tempo libero, comincia a leggere il libro di Mormon.

La prima cosa a cui guardai era riguardo a cosa loro pensassero di Cristo, perché io presi i voti di suora per dedicare la mia vita a Cristo.

Decisi che se questo libro avesse qualcosa contro Cristo non avrei più buttato via altro tempo. ma lo avrei sicuramente buttato. Andai all’indice e trovai tutti i titoli riguardanti Cristo e divenni così emozionata riguardo questo libro, perché era tutto diretto verso il Messia.

Infatti, era un’altra testimonianza di Cristo. Ne lessi una buona parte e ne fui letteralmente entusiasta.

Il Libro di Mormon

Andai a trovare il mio sacerdote, e gli dissi di aver incontrato questi 2 giovani  e che erano veramente bravi e cosi’ via, e che loro mi avevano dato questo libro e gli dissi:

“Non so perché non lo usiamo nella chiesa Cattolica, e’ un tal buon libro!” Lui disse:”Bene, deve essere un libro protestante” ” O no! E’ come la Bibbia” Replicai.”Pensi forse che la Bibbia sia protestante?”

Chiesi.”O allora, loro hanno copiato la Bibbia” rispose. Cosi’ io ripresi:”Tu non sai niente riguardo questo libro, perché non lo hai letto. Cosi’ perché dici quello? Perché non lo leggi anche tu?””No” fu la risposta”non sprecherei il mio tempo leggendo quel libro”.

“Veramente” dissi” e’ la storia di quei popoli in America, e credo che sia un libro vero. So che contiene la verità” Lui non pensava così così io dissi:”Bene andrò a casa e lo leggerò di nuovo per vedere se è veramente protestante.”

Ma più che leggevo il libro e più sentivo che era vero.Ero veramente eccitata nell’approfondire la conoscenza del libro di Mormon.

Io non chiamai i missionari perché sapevo gia’ che il libro era vero, ma volevo vedere se potevo trovare qualcun altro che credesse nel libro cosi’ avrei potuto usarlo.

Comunque, i missionari trovarono qualche scusa per tornare a trovarmi. Dissi loro:” Il libro mi piace, ma non mi battezzerò nella vostra chiesa, solo perché il libro mi piace.

Credo nel libro ma non so niente riguardo la vostra chiesa, ed io sono soddisfatta di essere cattolica. Credo che sto facendo bene come suora, cercando di aiutare le persone.

Mi piacerebbe comunque conoscere di più riguardo la vostra chiesa, perché noi nella chiesa cattolica abbiamo dei  problemi ed ognuno viene con nuove idee. Cosi, mi piacerebbe avere qualche nuova idea dalla vostra chiesa, cosi’ portatemi qualche altro materiale della vostra chiesa.

La volta dopo mi portarono “Un’ opera meravigliosa ed un prodigio” di Le Grand Richards. Lo lessi e ne fui entusiasta. Parlando con alcuni sacerdoti cattolici espressi la mia nuova convinzione:

“Questi mormoni hanno capito la Bibbia molto meglio di noi”. A quel tempo stavo frequentando una scuola serale per lo studio biblico, che non era insegnata da un sacerdote bensì da un laico.

Una sera lui stava parlando riguardo la traduzione della Bibbia e  menziono’ un Joseph Schmidt. Io non compresi di chi in realta’ stesse parlando e cosi’ chiesi:

“E’ il Joseph Smith dei Mormoni?” Lui rispose che non conosceva questo tal Smith dei mormoni. In qualche modo cominciammo a parlare dei mormoni e nessuno sapeva niente di loro.

Un’altra volta uno dei nostri sacerdoti fece un discorso nella chiesa, nel quale diceva che dobbiamo cercare di comprendere le altre confessioni religiose. Lo aspettai al termine della riunione e gli chiesi:

“Che cosa pensi dei Mormoni? Dobbiamo comprenderli” tu li conosci?” Lui rispose:”Oh, non so niente riguardo loro, chi sono?” Io gli risposi:”

Sono qui a Milano e stanno facendo opera missionaria e tu dici che non sai niente al loro riguardo? Vengono dall’America” lui rispose:”Allora devono essere un’altra di quelle sette americane, ce ne sono cosi’ tante in America.”

Cosi’ sembrava che nessuno sapesse niente di loro e decisi che avrei investigato da sola.Piera3.jpg (99253 bytes)

I missionari volevano tornare per aiutarmi con i bambini della classe (non sapevano che scusa trovare per visitarmi). Pensai “Bene, forse, ma non sono sicura se loro possono venire.

Poi successe che caddi ammalata, ebbi reumatismi alle mie corde vocali per alcune settimane. Andai dal dottore e lui mi disse che dovevo stare in silenzio per guarire, ma solo per pochi giorni.

Avrei dovuto prendere qualche medicina per la gola e secondo lui sarei migliorata nel giro di pochi giorni.”Io devo insegnare a scuola” “Non puoi farlo” mi rispose.

Andai dalla madre superiora e le dissi che il dottore mi aveva prescritto il silenzio come cura migliore per la mia malattia, ma io avevo una soluzione per i bambini.

“Ci sono alcuni amici dall’America, e loro amerebbero venire per aiutarmi.” Lei non sapeva chi fossero, ma dette il suo benestare. Cosi’ dissi ai missionari:”Adesso potete venire ed insegnare ai bambini” Vennero la mattina di buon’ora e cominciarono ad insegnare ai ragazzi alcuni inni come

“Sono un figlio di Dio” e poi tutti gli altri inni della primaria. Chiesi loro di insegnare ai ragazzi qualche frase di inglese e di tenerli occupati.”

Dissi loro che potevano insegnarli ciò che volevano.” Così loro continuarono con gli inni e poi condivisero con i bambini delle storielle divertenti ed un po’ di inglese.

Poi uscirono nel cortile e giocarono con loro, le altre classi li videro e vollero scendere anche loro a giocare insieme. Tutti ebbero una buona mattinata, tutti furono felici e quando suono’ la campanella tutti chiesero loro di tornare.

Andai a cena con le suore e tutte espressero lo stesso sentimento:”Sono stati meravigliosi quei tuoi amici.” E nacquero anche tante curiose e bizzarre domande del tipo: “A quale convento appartengono?” “Sono studenti?” “Che cosa fanno qui?”

Io risposi:”O no sono missionari, Loro sono Mormoni” Tutte si zittirono e dopo un po tutte andarono a guardare nel dizionario e nell’enciclopedia ed anche a chiamare i sacerdoti.

Non passo’ molto che la madre superiora mi venne a cercare e mi disse:” Non voglio più queste persone qui.”

“Bene, forse tu non vuoi loro qui per i ragazzi e questo va bene, ma io devo finire di prendere le mie lezioni di inglese quindi ritorneranno per me” Lei non fu felice delle mie parole ma non disse più niente al riguardo.

Diss i ai missionari: Non tornerete per la scuola, ma una volta ogni tanto, quando passerete di qua, mi piacerebbe praticare il mio inglese e vedro’ se ho delle domande riguardo la vostra chiesa.

Comunque, non pensate che mi battezzerò. Non e’ possibile che succeda che mi unirò ad un’altra chiesa, ma mi piacerebbe saperne di piu’ ecco, tutto li'”

Cosi, ogni tanto, mi portarono qualche rivista della chiesa o qualcosa d’altro. Un volta espressi un’opinione:

“Oh, mi piace ogni cosa della vostra chiesa, ma non so riguardo i membri, se loro sono veramente come sono nelle riviste.” Loro avevano 6 sorelle missionarie a Milano a quel tempo. cosi’ loro mandarono le sorelle a 2 alla volta. Delle volte vennero con un membro, cosi’ ebbi l’opportunità di conoscere anche i membri.

Pensavo che mi piaceva ogni cosa riguardo la chiesa e dato che non mi sarei battezzata con loro, decisi che avrei potuto fare lavoro missionario per loro, cosi’ dissi ai missionari:

“Se trovo qualche persona alla quale posso parlare, che sta cercando per una chiesa, li manderò nella vostra. E dopo parlando con un sacerdote gli dissi:

“Faro lavoro missionario per i mormoni perché sono veramente brave persone” Lui mi rispose:” Non puoi fare quello nel convento! scordatelo!” “Ok. non voglio fare niente di sbagliato” Risposi” Comunque queste persone non verrebbero comunque nella nostra chiesa, perché non possono andare dai Mormoni?”

Una sera i missionari vennero di nuovo. Erano circa 3 mesi da quando li avevo visti. Vennero a trovarmi con il libro “Non più stranieri”. Conteneva una collezione di storie di persone che da altre confessioni religiose si erano convertite ai Mormoni.

I Missionari mi dissero che loro pensavano che vi fossero un paio di capitoli che mi avrebbero interessato. Sicuro, c’era la storia della sorella Eileen Davies, che era una ex suora dall’Inghilterra che aveva anche servito nel Vaticano per 6 dei suoi 31 anni come suora.

E vi era la storia del fratello John Staley che era stato un monaco per ben 25 anni.

Entrambi si erano convertiti alla fede mormone. Come avevano fatto? Avrei forse potuto farlo anch’io! Pensai. Sinceramente non so se lo avrei mai fatto. Stavo solo pensando cosi’.

Se per caso mi fossi unita a questa nuova chiesa avrei dovuto rinunciare a tutto. Non sapevo se il Signore realmente avesse voluto questo da me perché avevo “Tutto” nel mio convento.

Avevo il mio lavoro, non avevo danaro, perché avevo il voto di povertà, ma loro avrebbero avuto cura di me in ogni cosa, anche quando fossi stata ammalata. La mia sicurezza era la, e stavo facendo un buon lavoro.

Stavo servendo il Signore. Ma questo libro era vero e questa era la vera chiesa. Pensai che dovevo pregare e chiedere al Signore che cosa realmente volesse da me cosi’ Gli chiesi:” Tu vuoi veramente che vada attraverso tutto questo e mi unisca alla chiesa mormone?”

Il miracolo della conversione

Cosi’ comincia a pregare e digiunare e dopo aver pregato e digiunato per 3 giorni, sentii fortemente dentro di me che questa era la vera chiesa e che avessi voluto essere felice dovevo seguire la Verita’.

Prima non la conoscevo, ma adesso si con tutto il mio cuore. Come? Come posso farlo? Pensai. So che questa chiesa e’ vera, ma come posso dirlo alla mia famiglia? Come posso dirlo a tutti i miei amici?

Loro sono cosi’ tutti bravi, come posso dirglielo? Cosi’ cominciai a pregare e digiunare ancora e chiesi al Signore di dirmi da che parte rifarmi a questo riguardo.

La mia famiglia non mi avrebbe mai permesso di farlo se solo glielo avessi detto. Stavo ancora pregando e digiunando quando un giorno mi sono trovata a scrivere una lettera alla Madre Generale.

Nella lettera le dissi che avevo incontrato i Mormoni, che avevo letto il libro di Mormon, studiato la loro chiesa e pregato e che il Signore mi aveva detto di unirmi a quella chiesa.

Poi aggiunsi” Devo divenire un membro della chiesa  di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, Non faccia nessun piano per me per questa estate perché alla fine della scuola lascerò il convento.”

Quando ricevette la lettera, prese il primo treno per Milano per vedere che cosa non andasse con me. Comincio’ col dirmi che ero malata e che avevo bisogno di uno psichiatra.

Ed io le risposi:” Non credo di aver bisogno di uno psichiatra. Credo di dovermi unire alla mia nuova chiesa, me lo lasci fare” Ogni giorno lei aveva sempre un nuovo approccio.

Mi diceva che quella era l’opera di Satana e che ero posseduta dal Diavolo e cosi’ via. Ogni volta che avevo un colloquio con lei, dovevo anche lottare con me stessa, avrei dovuto rinunciare a tutto, ed era veramente difficile pensare di essere capaci di farlo, ma alla fine le dissi:

“NO! Devo farlo!” Allora mi disse:” Sai, se te ne vai non avrai niente, la tua famiglia e’ a conoscenza di ciò che stai facendo?” “No la mia famiglia non sa niente:”

Vedi? Dove andrai? Non hai denaro, non hai un lavoro. Non hai niente nessun posto dove andare.” “Oh lo so!

Lo so che devo passare attraverso tutto questo se mi unisco a questa chiesa, ma so anche che e’ Dio che me lo chiede e che Lui e’ Mio Padre e che mi ama e Lui sa che sto facendo questo perché me lo ha chiesto Lui, quindi sono sicura che avrà cura di me!”

Lei fu sorpresa e mi disse:” Questa e’ veramente una fede da bambina” “Non mi interessa cio’ che credi, questo e’ ciò in cui IO credo!” Le risposi.

Poi scrissi al Papa e gli dissi cio’ che stavo per fare. Gli chiesi di rilasciarmi dai miei voti perché mi sarebbe piaciuto andarmene in pace con tutti.

Anche gli scrissi di mandare la sua risposta alla madre generale, in maniera che avendo la risposta dal papa in persona avrebbe capito che non c’era niente da fare.

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Lui mando’ la sua risposta come gli avevo chiesto tramite la madre generale, dicendomi che era dispiaciuto che stessi pensando di fare quello, ma che in fondo avevo il mio libero arbitrio.

Mi consigliava di pregare e digiunare ancora e poi eventualmente di decidere di rimanere, in quel caso tutto sarebbe stato dimenticato. Quando la madre generale ricevette la lettera capi’ che la cosa era veramente seria.

Mi chiamo’ e mi disse:”Ho ricevuta la lettera del santo Padre e vedo che ogni decisione e’ presa.

Comunque, ancora tu hai un altro mese da poterci ripensare.” Infatti la scuola sarebbe finita il mese dopo ed avevo promesso di portare a termine l’anno scolastico. Disse che avrebbero pregato sperando che avessi cambiato idea.

Ma come potevo cambiare idea se avevo pregato e digiunato e riflettuto con tutto il mio essere, Dio non poteva avermi mentito, quindi sapevo che non avrei cambiato idea.

Alla fine della scuola tutto era pronto. Finalmente dissi tutto ai missionari.”Ho tutte le mie risposte, cosi’ posso uscire ed essere battezzata.” Furono sorpresissimi, non sapevano cosa fare, era come se fosse scoppiata una bomba.

Lei esce dal convento e dove va? Pensarono. Che cosa farà? Allora sapendo che sorella Davies (grazie al libro”non più stranieri) abitava a Venezia, insegnando inglese all scuola di Oxford le telefonarono per informarsi su cosa avrebbero potuto fare per aiutarmi.

Lei disse:” Fatemi sapere quando esce e verro’ a Milano a prenderla, lei potrà stare con me alcuni giorni.” Cosi’ lasciai il convento. Andai alla stazione ad aspettare la sorella Davies che stava venendo da Venezia.

Quando scese dal treno venne direttamente da me, non poteva non riconoscermi:stavo in mezzo ai 2 anziani ancora vestita da suora.

Dapprima mi porto’ ad un negozio in maniera che potesse comprarmi degli abiti civili, ma ognuno ci stava fissando era cosi’ strano vedere una suora che stesse scegliendosi dei vestiti normali.

Dissi a sorella Davies:” non credo che vi siano della mia taglia.” ma la realtà era che potevo vedere solo le persone che mi fissavano. Lei comprese e mi disse:”Andiamo!”piera5.jpg (34494 bytes)

Mi porto’ in chiesa quella domenica. Le persone del rione mi guardavano sospettosamente, sicuramente stavano pensando:” Cosa ci fa questa suora in chiesa?

Sicuramente e’ una spia del papa! ma quando i missionari ebbero spiegato il vero motivo e che stavo solo aspettando il momento di essere battezzata, tutti divennero molto cordiali ed amichevoli.

Dopo sorella Davies mi porto’ a Venezia e mi introdusse da una famiglia molto speciale. Spiego’ loro che mi sarei battezzata e chiese se per caso avessero dei vestiti da darmi.

Fortunatamente la moglie era della mia stessa taglia e fu cosi’ gentile da regalarmi ben 3 dei suoi vestiti, scarpe ed ogni cosa di cui avessi bisogno. Cosi’ cominciava la mia nuova vita.

“Che cosa ti piacerebbe fare dopo essere stata battezzata?” Fu la domanda di sorella Davies. La prima cosa che mi venne in mente fu:”Credo che andrò in America.

Credo che se rimanessi in Italia, non troverei lavoro perché le persone mi confiderebbero una rinnegata, primo perché ho abbandonato il convento e secondo perché mi sono unita ai Mormoni.

Avrei sacerdoti e suore ogni dove a rimproverarmi di aver fatto la scelta sbagliata ed io non glielo permetterò, cosi’ credo che andrò in America.

Sorella Davies mi disse che lei vi sarebbe andata nel prossimo Luglio, cosi’ forse sarei potuta andare con lei. Dissi:” Sarebbe molto bello, se nel frattempo accadesse qualche miracolo.” Lei riprese:” Allora non ti preoccupare, Dio si prenderà cura di te.”

Ebbi la mia intervista battesimale e fui battezzata dopo che me ne venni dalla settimana a Venezia. Sorella Davies aveva alcuni esami scolastici cosi’ la aiutai con quegli durante la mia permanenza la.

Durante il secondo giorno della mia permanenza a Venezia, un fratello dell’Arizona che stava viaggiando in Italia per turismo venne a trovarla e lei fu cosi’ gentile da accomodarlo con tutte le persone che erano con lui.

Lui disse che lei era stata cosi’ gentile, non solo quella volta ma anche altre volte che si senti’ in dovere di regalarle un biglietto aereo per l’america. Le chiese quale giorno le sarebbe piaciuto andare la.

Finalmente disse che le sarebbe piaciuto andare in Luglio perché aveva bisogno di visitare sua sorella in Inghilterra che era malata. Ma poi disse:

“Ho un’altra suora con me che sara’a battezzata la prossima settimana, potresti procurarle un biglietto>” Questo fratello rispose:” Per un’amica del tuo calibro lo faro'”. Sorella Davies lascio’ il telefono e mi disse:”Dio sta operando miracoli per te: hai un biglietto per l’America.

Fui battezzata a Milano l’8 Giugno 1974. Non dimenticherò’ mai lo spirito che ho sentito e la gratitudine che provavo per il mio Padre celeste.

Mi aveva mandato i missionari, il libro di Mormon, mi aveva dato il coraggio di rinunciare a tutto contro tutti per seguire la verità’ ed unirmi alla chiesa. Sorella Davies fece quanto necessario perché potessi restare presso la famiglia del presidente del ramo di Milano mentre mi preparavo per la partenza negli Stati Uniti.

Chiamai il Consolato Americano di Genova ed ebbi tutta la lista di tutti i documenti di cui avevo bisogno di preparare. Dato che la mia foto sul passaporto dimostrava che ero una suora, mi fu anche detto che avevo bisogno di una lettera dal convento qui ed una dal convento in America.

Ma io non andavo in nessun convento, ma sorella Davies mi aveva detto prima di partire per l’Inghilterra che avrebbe scritto al quartier generale della chiesa per vedere se avessero avuto bisogno di me come traduttrice.

Loro avrebbero potuto mandare una lettera al consolato richiedendomi come lavoratrice retribuita negli Stati Uniti. Cosi’ preparai tutti i documenti, ma quando arrivo’ il tempo di andare al consolato questa lettera non era arrivata.

Dietro mia richiesta i missionari chiamarono sorella Davies in Inghilterra. Lei disse:” Mi dispiace non c’e’ nessuna lettera per lei. Mi hanno risposto da Salt Lake City che non hanno bisogno di una traduttrice italiana.

Cosi’ lei non potrà ottenere un visto di lavoro per gli Stati Uniti, ma forse potrà venire con me come turista, io starò 3 mesi la e lei potrà venire in giro con me e mi prenderò cura di lei.

Poi la convincerò a trovarsi un lavoro in Italia.” La notizia era sconvolgente, ma decisi di andare al consolato comunque e vedere cosa poteva essere fatto.davis.jpg (61700 bytes)

Cosi’ andai a Genova e presi tutti i miei tests fisici e risposi a tutte le loro domande. Quando ebbi finito, la segretaria dette un’occhiata a tutte le carte e disse:” Ogni cosa e ‘ a posto.

Tutti i documenti vanno bene, ma tu non avrai il visto d’immigrazione per l’America perché non hai nessun sponsor  e nessun tipo di sostegno in America.

“Bene risposi:”posso parlare con il Console?” Non e’ di alcuna utilità parlare con lui, Lui non può darti il visto senza uno sponsor o qualcuno che garantisce per te.”

Qualcosa dentro di me mi disse che dovevo insistere per parlare comunque al Console: “Devo parlargli comunque! Per favore mi faccia parlare!” La segretaria divenne furiosa perché stavo insistendo e disse:

“Bene se insiste la introdurrò da lui e vedrà da lei stessa che quanto le dico e ‘ vero.” Cosi’ mi porto’ da lui e gli spiego’ la nostra conversazione, il console le disse:” Va bene ci parlerò”

Il Console mi disse: “Non posso darle un visto di lavoro per i motivi che gia’ conosce” poi guardando alle mie carte vide che la mia foto era quella di una suora e che risultava che lo ero stata per 28 anni e che mi ero unita alla chiesa mormone.

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Dopo aver letto tutti i documenti mi chiese:” Che e’ successo? per 28 anni e’ stata una suora ed adesso si e’ unita alla chiesa mormone? Come hanno potuto avvicinarla?

Tu avresti dovuto conoscere la verità più di altri, come  e’ potuto succedere? Risposi:” Se ha tempo e pazienza, posso spiegarlo.” “Si rispose, sono interessato, non  sono cattolico ma mia moglie lo e’, lei non viene alla mia chiesa ed io non vado alla sua.

Non so come hai potuto fare cio’ che hai fatto. Lei mi ha sempre detto che non leggerebbe mai un altro libro che appartiene ad un’altra chiesa, Tu con il tuo abito da suora, come hanno potuto avvicinarti?”

Cosi’ gli spiegai come avevo conosciuto i mormoni, letto il libro di Mormon e scoperto che era vero. Come avevo studiato la chiesa e poi pregato e digiunato e poi alla fine battezzata.

L’uomo disse:” Le ripeto, non posso darle un visto di immigrazione, ma ho un’altra domanda personale se non le dispiace.” “Affatto!” Risposi. Allora mi chiese:

“Lei era una suora sino a poche settimane fa, come suora cattolica, lei crede veramente che l’uomo a Salt Lake City e’ un profeta come i mormoni sostengono?”

“Si con tutto il mio cuore, mi sono battezzata perché lo credo.” Non disse niente, solo mi firmo’ il passaporto dandomi il visto d’immigrazione che piu’ volte diceva che non potevo ottenere. Non fu forse un miracolo?

Senza il visto di immigrazione non potevo venire in America e trovare un lavoro, potevo solo venire in visita e sarei dovuta ornare indietro. Ma con il visto, potevo venire, lavorare e rimanere.

Prendere il visto fu sicuramente un grande miracolo e solo poche settimane prima ero senza una prospettiva ed adesso un mondo nuovo mi si apriva davanti.

Pensai che se non avessi avuto una testimonianza del profeta prima, sicuramente ne avevo una fortissima adesso.

Quel miracolo rafforzo’ la mia testimonianza in maniera incredibile, perché era la mia salvezza e tutte le paure e le esitazioni degli ultimi giorni del convento furono spazzati via dall’amore celeste.

Nel frattempo ebbi un altro problema. Quando mi unii alla chiesa la mia famiglia era divenuta molto nervosa nei miei riguardi a causa della mia decisione.

Il giorno prima di uscire dal convento chiamai mia sorella e le dissi:” Non venire al convento a cercarmi perché andrò a Venezia con alcuni amici.

Non sarò più al convento.” Cosi’ come ebbe udito questo la prima cosa che fece fu di andare al convento per informarsi di cio’ che era accaduto. loro dissero:” Se ne andata con qualche protestante” (quello e’ cosa i cattolici pensano di tutte le altre religioni che non sono la cattolica)

Cosi’ mia sorella lo disse a mia madre e tutta la famiglia era arrabbiata con me. Li telefonai, ma appena mi parlarono. Solo mi presero in giro e dissero che ero davvero bizzarra. Prima di partire per l’America andai a trovare mia madre, perché al minimo volevo salutarla anche perché era ammalata.

Poco dopo scrissi alla mia famiglia dagli Stati Uniti che ero felice e che avevo un lavoro. Uno dei mie nipoti lesse la lettera a mia madre e pi lui mi rispose che sarebbe stato bello se fossi potuta tornare e rivederli tutti di nuovo, perché nessuno era più arrabbiato con me e che mi avrebbero ben accolta.

Risparmiai tutti i miei soldi. non comprai niente perché tutti i miei risparmi sarebbero stati necessari e non solo avrei dovuto lasciare il mio lavoro. Cosi’ ancora una volta mi rivolsi al Signore:” Ho bisogno di un altro miracolo” Poco dopo ebbi un’offerta di lavoro che ben si adattava alle mie nuove esigenze.

Quando mi unii alla chiesa, pensavo che avrei dovuto rinunciare a tutto.

Ma il Signore me lo ha restituito un po’ alla volta, con la differenza che alla fine é molto di più di quanto avessi.

Ho molti più amici di quanti ne avessi mai avuti, mi sono sposata nel Tempio con un uomo speciale e la mia famiglia mi ha accettata di nuovo, non per la chiesa ma per quello che sono e mi amano insieme a mio marito.

Lavorando nel Tempio Mormone

piera4.jpg (36121 bytes)Mio marito ed io abbiamo lavorato 2 anni come missionari di tempio al Tempio svizzero di Zollikofen. nel frattempo mi ha convertita al lavoro genealogico.

Quando lasciammo la Svizzera avevamo trovato 7000 nomi dei miei antenati, ora il numero e’ salito a 45.000 e va ancora avanti.

Sono grata di essere un membro di questa chiesa che so essere la vera ed unica. Sapevo che la chiesa era vera al tempo del mio battesimo, ma adesso la mia testimonianza e’ divenuta molto piu’ grande. Qui ho trovato l’amore puro di Cristo.

Sono grata per il programma missionario e specialmente per gli anziani Scott Blaser e David Maxwell, per la loro amorevole pazienza di starmi vicino fino alla fine.

La mia conversione mi costo’ molto, ma sono grata per questo costo come sono grata di tutte le benedizioni di cui sto godendo nella chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni. So che la chiesa e’ vera, so che Cristo é il Figlio del Dio vivente e lo amo con tutto il mio cuore.

Dopo 25 anni mi guardo indietro e mi meraviglio del perché fui scelta fra la miriade delle buone sorelle che seguono il nostro Signore. Mi meraviglio del perché il mio Padre Celeste mi ama così tanto e mi benedice con l’opportunità di fare cosi’ tanto per i mie antenati.

Questa e’ la più grande benedizione della mia vita. Amo il mio popolo e voglio aiutarlo, ma i vivi molte volte non sono pronti per il Vangelo.

Comunque, so che quelli che sono dall’altra parte stanno aspettando per la redenzione. Sono grata che il mio compagno per l’eternità che mi ha reso partecipe di questa grande opera.

Amo il libro di Mormon, so che è un’altro testamento di Cristo.

Con mio marito abbiamo mandato 750 copie a tutti nostri amici e parenti e continueremo a seguire il consiglio del nostro amato profeta di riempire il mondo con questo libro prezioso.

Io ebbi il privilegio di incontrarla durante la sua missione con suo marito al tempio svizzero di Zollikofen.

Qui sotto sorella Piera con uno dei missionari e la foto accanto e relativa a sorella Davies

Le foto di sopra sono relativa al periodo in cui sorella Piera lavorava in vaticano e con il marito.

Questa di fianco e’ proprio il periodo in cui ho avuto il privilegio di incontrarli mentre servivano come missionari a Zollikofen come riportato nella sua testimonianza.

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