Alcuni giorni addietro, come ogni anno, si è tenuto la riunione di Natale da parte dei dirigenti della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Di seguito, i punti salienti.

Riunione di Natale 2020: la nascita del Salvatore del mondo

Sono intervenuti 4 diversi oratori che hanno parlato di Gesù Cristo, della Sua nascita, della Sua missione e del Suo sacro ruolo all’interno delle nostre vite.

Sorella Rebecca L. Craven: abbracci celesti

Il primo discorso della riunione di Natale è stato tenuto da sorella Rebecca L. Craven, 2ᵃ consigliera della Presidenza Generale delle Giovani Donne. Ella ha riportato un racconto che riguardava Eton, il nonno di suo marito.

La mattina di un 25 Dicembre della fine del diciannovesimo secolo, egli ricevette quella che definì “la più grande meraviglia” che lui e la sua famiglia avessero mai avuto a Natale: la nascita di due agnellini nel loro gregge.

Negli anni a seguire, ci fu il ripetersi di questo evento e nacquero diversi agnellini il giorno di Natale. Sorella Craven dice:

“La prima volta che sentii questa storia, il mio cuore e la mia mente si soffermarono sul pensiero di un altro agnello, nato quel primissimo giorno di Natale: Gesù Cristo, l’Agnello di Dio.

Proprio come Eton corse a vedere i suoi nuovi agnelli, immagino i pastori che si affrettano per andare a vedere il figlio neonato di Dio”.

Ha immaginato quel bimbo, avvolto nelle fasce, tra le braccia di Sua madre. Ancora oggi, i neonati vengono spesso avvolti in fasce o coperte, che servono a dar loro conforto, calmarli, farli sentire al sicuro.

Gesù pianse e anche noi possiamo farlo: ecco perché non dobbiamo essere sempre feliciSorella Craven ha pensato a tutti coloro che, nella situazione globale che stiamo vivendo, hanno bisogno di essere tenuti stretti, anche se da lontano, anche virtualmente, con un messaggio o una parola gentile.

Sua figlia, in un momento difficile per lei, con suo marito in ospedale, ha ricevuto un messaggio da sua suocera, che si chiudeva con le parole: “Ti mando abbracci celesti”.

Un’infermiera, poco dopo, mentre lei attendeva notizie di suo marito in sala d’aspetto, le ha portato una coperta, l’ha avvolta stretta e le ha detto: “Mi sembra che tu abbia bisogno di un abbraccio celeste”. Sorella Craven, quindi, continua:

“L’agnello di Dio, conosciuto come il buon pastore, conosce ogni sua pecorella. Nei momenti di necessità manda spesso angeli terreni per avvolgerci e circondarci con le braccia del Suo amore.

Egli è venuto sulla terra per portare pace e benevolenza fra gli uomini, confortare coloro che hanno bisogno di conforto e piangere con coloro che piangono”.

Ognuno di noi riceve abbracci e strette celesti ed anche noi possiamo dispensarli agli altri. Più aiutiamo gli altri, più Dio ci manda coperte celesti per avvolgere coloro che ne hanno bisogno.

E, soprattutto in questo momento dell’anno, possiamo farlo aiutando coloro che ne hanno bisogno, confortandoli anche con un semplice messaggio.

Brent H. Nielson: “Chi è Costui?”

Il secondo oratore di questa riunione di Natale è stato anziano Brent H. Nielson, della Presidenza dei Settanta. Ha iniziato il suo discorso parlando di suo padre e dei 4 anni che egli, da ragazzo, passò lontano da casa, arruolato nell’esercito, durante la seconda guerra mondiale.

Durante il periodo di Natale, scrisse una lettera alla sua mamma. In quel momento, mancava ad ognuno di loro il calore della famiglia, l’atmosfera natalizia, lo stare insieme, i regali e tutto quello che, spesso, viene dato per scontato. Ecco cosa egli scrisse:

“Siamo delusi che i pacchi natalizi non siano arrivati prima di Natale. Molti di noi non hanno ricevuto nulla. Ricordo che molte volte mi hai detto che non si sente la mancanza dell’acqua, fino a quando il pozzo non si prosciuga”.

Suo padre, però, nonostante la difficoltà di quel periodo, visse una vita di fede ed il Natale diventò il suo momento preferito dell’anno. Egli capì, attraverso esperienze estremamente difficili, che il Padre Celeste lo comprendeva e vegliava su di lui.

nascita di GesùImparò che “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito figliuolo, affinché chiunque creda in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”: questo fu il dono che egli ebbe, la comprensione del vero significato del Natale.

E questo gli portò pace, gioia e felicità, anche in un mondo pieno di dolore, confusione e sofferenza.

Anziano Nielson dice:

“Il vero dono a Natale, fattoci dal nostro Padre Celeste, è il Salvatore Gesù Cristo… aprire questo dono ci darà la chiave per avere una vita meravigliosa e serena.”

In Matteo, capitolo 8, viene riportato un racconto molto conosciuto. Dopo aver guarito molte persone, poiché si era radunata una grande folla, Gesù chiese ai discepoli di andare sull’altra riva.

Nei versetti dal 23 al 26, leggiamo: “Ed essendo egli entrato nella barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco farsi in mare una così gran burrasca, che la barca era coperta dalle onde; ma Gesù dormiva. E i suoi discepoli, accostatisi, lo svegliarono dicendo: Signore, salvaci, siam perduti.

Ed egli disse loro: Perché avete paura, o gente di poca fede? Allora, levatosi, sgridò i venti ed il mare, e si fece gran bonaccia”. Anziano Nielson commenta questo racconto, dicendo:

“I discepoli posero questa domanda toccante, su cui vi chiedo di meditare questo Natale: chi è costui, che anche il vento ed il mare gli obbediscono?

Proverò a rispondere a questa domanda: Gesù Cristo è il consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, principe della pace.

Da Lui e tramite Lui e mediante Lui i mondi sono e furono creati. Egli è il nostro Salvatore ed il nostro Redentore, il primogenito del Padre”.

Egli conclude con questa parole:

“In questo periodo natalizio spero che, quali che siano le nostre circostanze, ci ricorderemo che Lui, il Salvatore Gesù Cristo, è il dono, che se verremo a Lui egli renderà i nostri fardelli leggeri…

Confidando in Lui troveremo pace e felicità… Prego che quest’anno, mentre il mondo affaticato gioisce, voi riceviate e riconosciate il dono che un padre amorevole ci ha fatto quando ha permesso il sacrificio del Suo figlio unigenito.”

Jeffrey R. Holland: la notte è il momento in cui siamo più vicini agli essere celesti

Jeffrey R. Holland, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha tenuto il terzo discorso. Ha illustrato la scena della nascita di Gesù: i pastori, una mangiatoia, due figure rannicchiate con un bambino tra le braccia.

Com'era il mondo quando nacque Gesù CristoUn bambino del quale si era già scritto tanto e già si sapeva tanto. Egli era stato designato, nel mondo degli spiriti, per essere il Salvatore del mondo. Egli avrebbe “recato la buona novella agli umili, fasciato quelli che hanno il cuore spezzato, proclamato la libertà a quelli che sono in schiavitù”.

Egli aveva molti doveri terreni, ma non la notte in cui nacque. Lì, in quella scena, era semplicemente un bambino.

A quel bambino, giunsero le persone più umili, i pastori, le più ricche, i magi, e si ebbe la presenza delle sfere celesti, con gli angeli che cantavano e che avevano indicato il cammino fino alla mangiatoia.

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Gli angeli furono anche coloro che aiutarono Maria, Giuseppe e Gesù.

Un angelo diede l’annuncio a Maria della nascita che avrebbe portato in questo mondo, un angelo parlò con Giuseppe dicendogli di sposare Maria, un angelo disse loro di fuggire in Egitto ed un angelo gli disse quando potevano tornare.

Anziano Holland dice: “Per me, è significativo che tutto questo avvenga di notte.

Quel periodo in cui i muscoli si rilassano e si depongono le fatiche. In cui si offrono preghiere, si attende la rivelazione e ci sono maggiori probabilità che gli esseri divini siano vicini… sì, per quanto difficile sia stata la nostra giornata, i dolci sogni della notte possono risistemare tutto.”

Di notte siamo immersi nel silenzio, con i nervi rilassati, in un sonno quieto, e i nostri organi spirituali sono più vicini alle sfere celesti e percepiscono molte più cose. Non a caso, Gesù nacque di notte.

Ed ecco, nelle parole conclusive, meravigliose e toccanti di anziano Holland, cosa accadde, mentre Egli nasceva:

“Quella notte, in cui nei cieli di Giudea, la mistica stella la sua luce dispensava, un cieco nel sonno si mosse, mentre di poter vedere, sognava.

Quella notte, in cui i pastori udirono il canto dei cori angelici che si levava, un sordo nel sonno si mosse, mentre di poter sentire, sognava.

Quella notte, in cui nella stalla la madre col figlio in silenzio riposava, uno zoppo nel sonno si contorse, mentre di poter camminare, sognava.

Quella notte, in cui la dolce Maria del bambinello nato si occupava, un lebbroso nel sonno sorrise, mentre di esser mondato, sognava.

Quella notte, in cui il piccolo re al sicuro tra le braccia della madre stava, una meretrice nel sonno gioì, mentre di essere purificata, sognava.

Quella notte, in cui nella mangiatoia il Santo, al mondo, la salvezza portava, un uomo nel mortal sonno si mosse, mentre di trovar nessuna tomba, sognava.”

Russell M. Nelson: Gesù è il pane della vita e l’acqua di vita eterna

Ha concluso la riunione di Natale il presidente della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni: Russell M. Nelson.

Gesù è nato il 25 Dicembre - riunione di NataleAnche egli, come i precedenti oratori, ha parlato del Natale, della nascita del Salvatore Gesù Cristo, nato in quella notte di 2000 anni fa, per portare pace e salvezza agli uomini.

Ha portato la vittoria sulla morte, dando a tutti il dono prezioso della resurrezione, che ci garantisce un progresso eterno anche oltre il velo.

Presidente Nelson pone una domanda: come mai Gesù scelse di nascere proprio in quel luogo? In Giovanni 6:35 leggiamo: “Io sono il pane di vita eterna”.

Ecco cosa dice il presidente Nelson: “Gesù nacque a Betlemme. La parola ebraica Beth Lehem significa “casa del pane”. Era davvero appropriato, quindi, che Lui, il pane della vita, fosse originario della casa del pane”. Prosegue:

“Quando venne alla luce colui che è chiamato il buon pastore, i pastori furono i primi a ricevere l’annuncio della Sua santa nascita.

Quando venne alla luce colui che è chiamato la lucente stella mattutina, una nuova stella apparve nei cieli.

Quando venne alla luce colui che chiama sé stesso la luce del mondo, l’oscurità si dissipò in tutto il mondo come segno della Sua santa nascita.”

Gesù ci ha insegnato, tramite il Suo esempio, che anche noi possiamo rialzarci dopo ogni caduta, possiamo raggiungere e sviluppare il nostro potenziale divino, possiamo diventare più simili a Lui e questo proprio grazie alla Sua venuta nel mondo, al Suo sacrificio espiatorio ed alla Sua grazia.

Presidente Nelson ha poi raccontato di una sua esperienza, durante la quale anziano Mark E. Petersen, ammalato di cancro ed incapace quasi di mangiare o bere, decise di parlare, nel suo ultimo discorso, del sermone sul monte di Gesù, dove Egli dice:

“Beati quelli che sono affamati ed assetati di giustizia”.

Egli sapeva cosa significasse essere davvero “affamati ed assetati”. Affamati del pane di vita ed assetati dell’acqua di vita eterna. Ognuno di noi dovrebbe esserlo davvero, perché avendo fame e sete di giustizia, si diventa più simili a Cristo.

Ed una delle cose da fare, durante questo periodo dell’anno, e proseguire in ogni giorno che viviamo, è porre la nostra attenzione sul Salvatore e su quello che Egli significa nella nostra vita.

Presidente Nelson dice:

“Il figlio di Dio ci ha promesso che ‘chiunque vive e crede in me non morirà mai’. Che doni indescrivibili e incomparabili ci hanno fatto, il Padre ed il Figlio. Ringrazio Dio per il dono del Suo figlio diletto.

E ringrazio il nostro signore Gesù Cristo per il Suo sacrificio e la Sua missione incomparabili.”

Egli ha concluso la riunione di Natale invocando su ognuno di noi una benedizione apostolica di pace, di comprensione dell’amore del Padre e del Figlio e, unendosi all’invito di Moroni, ha detto:

“Vi raccomando di cercare questo Gesù, del quale hanno scritto i profeti e gli apostoli, affinchè la grazia di Dio Padre ed anche del signore Gesù Cristo e dello Spirito Santo sia e rimanga in voi, per sempre. Per questo prego, nel nome di Gesù Cristo. Amen.”

Riunione di Natale 2020: l bambino che ha salvato il mondo è stato scritto da Cinzia Galasso