La Chiesa di Gesù’ Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni in Italia (conosciuta come Chiesa Mormone) ha avuto nel suo interno un uomo straordinario, dalla spiritualità unica. Parlo di Tullio DeRuvo, padre di famiglia esemplare e fratello integro nella sua interminabile onestà.

Egli ha cresciuto i suoi figli con una accurata saggezza, tanto da farli diventare dei membri degni. Il fratello Tullio, dopo la sua morte, ha lasciato un grande vuoto nel cuore di tutti, perché quando si rapportava con gli altri agiva esclusivamente nel nome del nostro Padre celeste.

Ottimo ricercatore e formatore a livello internazionale, specializzato nelle relazioni umane e nello sviluppo personale e familiare.

Inoltre è stato fondatore e amministratore de “Il Grande Noce”, formando da anni genitori ed insegnanti sulla disciplina dei bambini, sulla comunicazione con gli adolescenti e sulle relazioni interpersonali. Tullio DeRuvo rimarrà per sempre nel libro dei ricordi di ognuno.

Il Signore gli destinerà un posto speciale nel Suo Regno. La sua consorte per l’eternità, Francesca Torcasio DeRuvo, ci ha rilasciato un’intervista dove ricorda con amore la figura del marito.

Sorella DeRuvo quale è il ricordo più bello che conserva di suo marito Tullio?

I suoi sorrisi, la sua cultura e la profondità in tutti gli argomenti che riguardano l’interiore, tra questi anche un’ottima conoscenza sulla storia della chiesa.

Dopo la sua missione in America, si è portato a casa più di 100 libri a riguardo. La sua grande capacità di analisi, di empatia e comunicazione faceva di lui un grande insegnante.

La sua famiglia è un chiaro esempio di integrità spirituale. Che consigli vuole dare ai giovani che intendono costruirsi un nucleo familiare?

Autonomia spirituale, vita interiore vissuta, buona comunicazione familiare. Siamo partiti senza un soldo ma avevamo chiaro in mente cosa desideravano dalla famiglia che stavamo mettendo in piedi.

Non abbiamo mai nascosto a noi stessi ed ai nostri figli quali fossero i nostri limiti, le cose che non sono passate a livello educativo dalle nostre famiglie di origine.

Probabilmente questa sincerità ha aiutato i nostri figli a vederci nella nostra umanità, nel desiderio degli intenti più che sui successi.

Il mio consiglio è certamente quello di investire nella famiglia e di non lasciarsi spaventare dai limiti educativi ricevuti nel passato ma puntare sulla possibilità di un giorno nuovo, con coraggio e l’appoggio insostituibile del Signore si può costruire l’impossibile e puntare sulla solidità e la continuità dei legami nonostante le prove più difficili, ed addirittura la morte.

Cosa chiede a Dio frequentemente?

Costanza e coraggio nel seguirlo. Seguire il Salvatore ha tanti significati e forme. Quello che chiedo è la forma più alta della fiducia e dell’ascolto, ma ovviamente tutto dipende dalla mia fede e dal desiderio di fare anche quelle cose per le quali faccio ancora un po’ di fatica.

Noi siamo le sue mani, qualsiasi progetto ha lo scopo di migliorare la mia vita e quella degli altri, questa per me è la preghiera che sento più profondamente.

Perché ha deciso di dedicare una vita intera a Gesù Cristo?

Perché è stata la mia natura a sceglierlo. Ho conosciuto la chiesa a 14 anni e da 41 anni non riesco ad immaginare nessun altro luogo dove aver vissuto tutta la mia vita, nessuna altra amicizia più importante, nessuna formazione più completa.

Amo e benedico la scelta fatta nel lontano 1975, mai scelta è stata più determinante e insieme al mio matrimonio, più importante per la mia vita.

Questo articolo è stato scritto da Agrippino Castania