Ai tempi in cui frequentavo il programma per le Giovani Donne, mi ricordo che mi venne detto che un uomo che fosse un Missionario Ritornato doveva essere in cima alla lista dei miei criteri, per scegliere la persona con cui uscire.

Presumibilmente, incontrare e sposare un Missionario Ritornato avrebbe fatto sì che il mio futuro marito avrebbe onorato il suo sacerdozio, amato il Signore ed essere tutto ciò che una brava ragazza mormone avrebbe voluto fosse il suo principe azzurro.

Ma non ho sposato un Missionario Ritornato.

Non per mancanza di scelta: ho frequentato la BYU per quattro anni. C’erano missionari ritornati in abbondanza e sono uscita con alcuni di loro. Il servizio missionario era una delle cose di cui chiedevo ai miei ragazzi, soprattutto perché rendeva facile fare una conversazione.

L’imbarazzo e il dolore dei non missionari ritornati

Ma quello che mi ha messo nei guai, più di una volta, è stato quando ho chiesto a dolci membri attivi informazioni sulle loro missioni, e loro non ne avevano servita nessuna oppure erano tornati a casa prima.

E’ stato sempre imbarazzante e mi sono sentita terribilmente, come se mi stessi impicciando di qualcosa che essi vivevano, chiaramente, con dolore. Cosa avrebbe dovuto fare, una ragazza?

Arrivò Mark. Era un ragazzo tranquillo, dolce e, come ho poi appreso, aveva una cotta per me dal nostro primo incontro. Aveva anche un segreto: non aveva svolto una missione.

Mentre avevamo modo di conoscerci l’un l’altro, durante l’arco di tutto il semestre, egli si vergognava del suo passato e aveva paura a dirmi che non aveva servito una missione.

Più di una volta, egli aveva sperimentato il rifiuto di altre donne della chiesa, che gli avevano chiaramente detto: “O un missionario ritornato o nulla”.

Vedete, Mark è nato nella Chiesa, è stato inattivo, durante la sua tarda adolescenza e verso i suoi venti anni. La madre ebbe il cancro, mentre era al college, ed egli interruppe la sua formazione, per trascorrere più tempo, a casa, con lei.

Quando l’ho incontrato, qualche anno dopo, alla BYU, era già di nuovo sulla strada stretta e angusta, facendo passi coraggiosi per ripulire la sua vita e stava per ricevere il sacerdozio di Melchisedec.

Frequentava la Chiesa e aveva una chiamata come missionario di rione e faceva del suo meglio per servire in tale ruolo. A detta di tutti, era un bravo, forte, Santo degli Ultimi Giorni. Qualsiasi donna sarebbe stata fortunata a sposarlo ed io ero entusiasta che fosse innamorato di me.

Oh, ma non aveva svolto una missione di due anni.

Missionario ritornato: ciò che siamo nel presente è più importante degli errori del passato

Era un motivo, per lui, per non servire bene? Non particolarmente. Era solo stato inattivo durante gli anni della sua formazione. Ma poteva quell’unico fatto, un errore passato, per la sui risoluzione era ormai troppo tardi, far diventare improvvisamente il mio Signor Giusto nel mio Sig. Sbagliato?

Quando finalmente tutto venne alla luce, ero già profondamente innamorata di Mark. Non solo era intelligente e affascinante, era fedele.

Qualsiasi dubbio avrei potuto avere, dopo aver appreso del suo passato, era stato offuscato da ciò che sapevo del suo carattere, nel presente (e non era male che mia madre mi avesse detto, quando lo ha incontrato, che avrei avuto difficoltà a trovare qualcun altro che mi sarebbe piaciuto nel modo in cui era riuscito a fare Mark).

Ma per alcune persone, anche durante una relazione profonda, l’apprendimento dello status di non Missionario Ritornato di Mark, avrebbe potuto essere una garanzia di insuccesso.

Soprattutto se fossero state cresciute credendo che il titolo di “Missionario Ritornato” è una garanzia di “giustizia”.

Cerchiamo di essere chiari: non lo è. Servire una missione può significare che un giovane ha seguito, di buon grado, il consiglio giusto dato dai profeti degli ultimi giorni, che dice ad ogni giovane uomo degno di servire. Può significare che egli è cresciuto spiritualmente per la sua missione.

Può significare che onora il suo sacerdozio, ama il Signore ed è più vicino a diventare il “principe azzurro” che viene troppo spesso promesso alle giovani donne (immaginate la pressione che questo mette su quei poveri Missionari Ritornati, nell’essere perfetti!).

Tuttavia, anche coloro che non servono delle missioni, possono essere altrettanto amorevoli e giusti. Come alcuni dei nostri lettori on-line sottolineano, ci sono una serie di motivi per cui qualcuno potrebbe non essere in grado di servire.

Motivi di salute, problemi familiari, anche peccati passati che possono impedire ad un potenziale missionario di servire sul campo.

E tutte queste cose non hanno quasi alcun rapporto con la dignità, la spiritualità o l’ammissibilità. Il nostro attuale comportamento verso il Signore è più importante della nostra condizione passata.

In realtà, ci vuole molta forza e coraggio perchè uomini come Mark ritornino in Chiesa, soprattutto sapendo che gli altri lo potrebbero giudicare per la sua inattività e per come lui non ha svolto una missione, a causa di questo.

L’Espiazione e il Vangelo sono per tutti

La bellezza del vangelo è che c’è un posto, in esso, per tutti, per i santi e per i peccatori, per le persone che hanno servito le missioni e per le persone che non lo hanno fatto. Mark, ed ogni altra persona che ha commesso un errore, può superare tutto, nonostante i peccati passati, attraverso l’Espiazione.

Attraverso la preghiera, lo studio e il duro lavoro, le persone possono cambiare.

A volte, fa paura provare a fidarsi del fatto che il cambiamento è permanente e perdonare i misfatti del passato che, se ripetuti, potrebbero influenzare un futuro condiviso.

Ma siamo tutti imperfetti. Stiamo tutti apprendendo. Noi tutti viviamo diverse circostanze, prove e lotte. Tutti commettiamo errori e tutti noi vogliamo essere perdonati, per quegli errori.

La cosa spiacevole per i non Missionari Ritornati è che la loro incapacità di servire, per qualsiasi motivo, è spesso facilmente visibile.

Gli viene ricordato più e più volte e sentono il bisogno di giustificare se stessi ogni volta che qualcuno chiede loro un semplice: “Dove hai servito la missione?”

Fino ad oggi, Mark si contorce ancora sulla sedia, quando sente questa domanda. Ed egli non dovrebbe. Perché non c’è nessun timbro che qualifichi come giusti e questo vale per i Missionari Ritornati e per i non Missionari Ritornati.

Questo articolo è stato scritto da Victoria Adams e pubblicato sul sito ldsliving.com e tradotto da Cinzia Galasso.